Una gita nella costa Messinese …

Proseguendo per la costa della provincia di Messina, costa settentrionale in direzione del Capoluogo della regione: Palermo, incontriamo moltissime località balneari della quale Vi citerò solo i nomi perché sono da gustare uno alla volta e indescrivibile è la bellezza dell’atmosfera che si respira..

  • Bisogna assolutamente fare una sosta a Milazzo e consiglio assolutamente di andare fino in fondo al promontorio, appunto Capo di Milazzo, posto tra due golfi, quello di Milazzo appunto e il golfo di Patti, fu fondata dai Greci e utilizzata come punto strategico nelle numerose battaglie da loro MILAZZOaffrontate, tra cui la Prima Guerra Punica. Ne sono testimonianza i numerosi simboli della millenaria città, della quale il Castello all interno della città fortificata e il borgo marinaro sono patrimonio dell’UNESCO. All’interno della città fortificata c’è il Duomo Antico, dove troviamo particolari affreschi dell allievo di Michelangelo, mentre il Duomo Nuovo si trova al centro della città al di fuori della città fortificata. Anche il Borgo Antico possiede numerose Chiese, Conventi, Monasteri e maestose Ville e Palazzi. Essendo punto strategico dal punto di vista militare possiamo notare moltissime costruzioni adibite per quest’uso, sia di età moderna sia classica. Proprio dal porto di Milazzo si parte alla visita delle Isole Eolie; isole vulcaniche dall infinita bellezza, delle quali parlerò nella seconda parte dell’articolo.
  • Consiglio una piccola gita a Portorosa; un complesso turistico caratterizzato da ville, immerse nel verde che PORTOROSAsi affacciano su canali navigabili, lungo i quali sono dislocati gli ormeggi che costituiscono un lussuoso porto turistico. È collocato nel punto rientrante tra il Golfo di Milazzo e quello di Patti, ed è il più grande porto turistico siciliano nonché il più esclusivo del Mediterraneo.. una Venezia Siciliana! golfodipatti_0
  • Proseguendo ci addentriamo nel Golfo di Patti, che si affaccia sempre sulle Isole Eolie. Frazione di questo comune è Tindari, dove è obbligatorio feTindari-cefalurmarsi per ammirare il Santuario con conseguenti resti greci, essendo stata anch’essa base navale nel corso della sua storia, ammirare la splendida vista dall alto sulla particolare spiaggia sottostante che ha preso la forma della Madonna che prega e ammirare la flora e la fauna che vi sono all interno della spiaggia. capo d orlando
  • Gli ultimi comuni della costa settentrionale siciliana che fanno parte del comune di Messina sono Gioiosa Marea e Capo d’Orlando, entrambe città turistiche che possono essere utili come punto di appoggio.

Curiosità..

Suggerisco la sosta al santuario situato nell’estremità orientale del promontorio a strapiombo sul mare , dove prima sorgeva l antica acropoli, sui resti della quale era stata costruita una piccola chiesa, che col tempo fu trasformata nell attuale santuario. Particolare è la Madonna a cui dedicata, la Madonna Nera, probabilmente giunta dall Oriente, alla quale però è legata la leggenda tramandata tra gli abitanti del luogo e che spiegherebbe la forma particolare della spiaggia di Marinello sottostante:

“ Si racconta che una donna si fosse rivolta alla Madonna del Tindari facendo un voto di guarigione per la figlia gravemente malata. Ottenuta la grazie si recò al Santuario per ringraziare la Madonna, ma osservato il colore della carnagione della statua rappresentante la Madonna, esclama: “Sono partita dal lontano per vedere una più brutta di me”, nel frattempo la bambina incustodita precipita dalla cima del colle e la madre chiede ancora aiuto alla Madonna che precedentemente aveva insultato: miracolosamente al bambina fu trovata sana e salva sulla spiaggia sottostante, comparsa improvvisamente e venne riaffidata alla madre”.

 

 

 

Alto Adige

Se state pensando di allontanarvi dello stress quotidiano della vita metropolitana e volete programmare un weekend dello sport, ma anche del rilassamento e della buona salute, quello che fa per voi è qualche giorno in Alto Adige, più conosciuto come Sud Tirolo; lasciatevi andare ad un tramonto sulle montagne innevate, oppure accoccolatevi davanti ad un camino acceso con un buon bicchiere di vin Brulè che riscalda l’animo.
L’Alto Adige è ricco di posti da scoprire, dalle sue cittadine in stile tirolese, alle piste da sci dove poter praticare questo sport locale. La prima città che si incontra è Bolzano, provincia autonoma elegante, vivace e piena di fascino.  In inverno, è piena  di colori e di luci festose e intime atmosfere accoglienti. In estate, è vivace e frizzante come i colori delle montagne che la circondano. È una città splendida che conserva tra le sue vie palazzi storici, monumenti e residenze private che rispecchiano architettonicamente la combinazione tra la cultura tirolese e la cultura mediterranea.
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Iniziando proprio da Piazza Walther,   si avverte subito la secolare convivenza, tutt’ora presente di più culture: Bolzano la tedesca, l’austriaca, l’italiana e l’europea.  Si può ben comprendere questo dato il fatto che la città è infatti parte dell’Italia solo dalla fine della Prima guerra mondiale; esplorandola a fondo , la  sensazione che si prova, è proprio quella di una città tirolese. La sua eredità storica ed artistica è evidente, l’architettura e lo stile di Bolzano è ricca di elementi nordici e rinascimentali, mentre la principale via dei Portici è pittoresca, montana e mondana allo stesso tempo.
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E allora cosa vedere di veramente strepitoso a Bolzano? Sicuramente il Duomo, situato in piazza Walther, dedicato a Maria Assunta, la già nominata Piazza Walther al centro della quale si riconosce la statua di Walther von der Vogelweide, poeta medioevale tedesco; la piazza è stata costruita all’inizio del XIX secolo per la volontà dell’imperatore Massimiliano di Baviera di creare un “salotto pubblico” dell’alta società di Bolzano.
La Chiesa dei Francescani, in stile gotico.  Il Palazzo delle Poste di Bolzano, capolavoro di elegante architettura austriaca, realizzato dall’architetto Albert Canal. Piazza delle Erbe e Via dei Portici sono altri luoghi simbolo della bellezza multiculturale di Bolzano. La piazza e la via sono fiancheggiate da edifici del Quattrocento, che al loro interno ospitano  negozi che vendono prodotti locali, come il caratteristico pane, il formaggio, lo strudel, il vino. La piazza più antica di Bolzano è Piazza del Grano con le due Casetorre fortificate,  il nome dell’antico mercato delle granaglie, già noto nel XIII secolo.
Durante il periodo natalizio, la città viene addobbata con decorazioni festose e gioiose, luci e candele, nell’aria si diffonde un’atmosfera dolce  e romantica, per circa un mese lo spirito e la magia natalizia invadono le strade e i vicoletti della città. Se sarete fortunati uno strato di soffice neve ricoprirà Bolzano e avvolgendola in un meraviglioso abbraccio che renderà il paesaggio mozzafiato!  In questo periodo avete anche l’occasione

di visitare il mercatino di Natale in piazza Walther che espone le specialità dell’Alto Adige.

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Messina

                              “La città che ha saputo rialzarsi silenziosamente”..

Ho utilizzato qustretto di messina.JPGesta frase per descrivere questa città perché ben pochi sono a conoscenza del fatto che nel 1908 Messina fu rasa completamente al suolo insieme ai comuni di  Reggio Calabria e Villa san Giovanni, a causa del terremoto e successivo maremoto ( con onde di altezza maggiore dello Tsunami del 2004) che le colpì.

Cosa vedere?

Messina è la messina-duomo.jpgpunta dell’ isola più vicina alla penisola italiana ed è per questo il “ponte” di  comunicazione per l’isola attraverso il suo porto. Consiglio di recarsi nella piazza del Duomo di Messina poco prima di mezzogiorno in modo da osservare la vera particolarità del campanile; alto 90 metri ha all’esterno il più grande e complesso orologio, il quale possiede un meccacampanile-selezione.jpgnismo per cui  tutti i giorni a mezzogiorno fa muovere le varie statue in modo spettacolare al suono dell’Ave Maria di Schubert. Le figure del campanile ricordano la guerra del Vespro del 1282: Il Leone in cima rappresenta il Popolo Siciliano vittorioso su Carlo d’Angiò e l’esercito guelfo inviato dal papa contro la Sicilia; Dina e Clarenza rappresentano le donne di Messina che aiutarono gli uomini a difendere la città; il galletto in mezzo alle due statue femminili rappresenta l’esercito franco-papale; la chiesa che scompare ricorda il Colle della Caperrina, luogo della battaglia del 6 e 8 agosto 1282.

La città possiede varie chiese oltre alla sua cattedrale, tra le quali: la Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani, la quale fu costruita svariate volte e si trova attualmente a 3m sotto il manto stradale, il santuario della Madonna di Montalto, la Chiesa di Santa Maria del Carmine e Santa Maria Alemanna, voluta da Federico II di Svevia e una delle pochissime chiese rimaste illese nel terremoto del 1908..

Particolari sono i palazzi della città, dei quali possiamo ammirarne l’architettura durante la nostra passeggiata, per esempio il Palazzo dell’Università, il Palazzo della Regione, Comune-di-Messina-Palazzo-Zanca.jpgPalazzo Zanca (sede del comune) al quale accediamo passando per la piazza principale al centro della quale è situata la fontana Senatoria. Come si nota anche dalle descrizioni la maggior parte dei palazzi sono adibiti ad uso statale. La città possiede molte zone verdi, chiamate “Ville”, la più grande delle quali (Villa Giuseppe Mazzini) è situata al centro della città davanti alla Prefettura. La sua particolarità è dovuta alla ricchezza della vegetazione mediterranea ed esotica e al suo interno  vi è l’Acquario di Messina  ed una voliera che ospita uccelli esotici.

Cuore giovanile della città è Piazza Cairoli, attraversata dalla linea tranviaria della città e punto di ritrovo dei giovani, dato il numero di locali presenti.

Suggestiva è la località di Ganzirri, il quale rappresenta il tipico borgo marinaro. Si trova nella punta estrema di Messina, proprio quella che più si avvicina alla Calabria. Nel suo comprensorio troviamo il lago Ganzirri, adiacente al Lago Piccolo e collegato direttamente con il Mar Ionio, mentre l altro con il Mar Tirreno. Anche qui si gode di una estrema pace e tranquillità osservando l immensità che la natura ci offre..

 Curiosità

Se ci si reca in questa città durante il periodo estivo consiglio di prestare particolare attenzione, perché nei giorni che precedono il 15 Agosto le vie della città sono percorse dai gigantidue Giganti e del Cammello: esse sono due colossali statue a cavallo che raffigurano i leggendari fondatori della città: Mata, il moro Grifone (detti “u giganti e a gigantissa”) e il Cammello ricorda l’ingresso trionfale a Messina  del conte Ruggero d’Altavilla, il quale si dice sia arrivato proprio a dorso di un cammello e sottrasse la città al potere degli Arabi. Questa festa folkloristica di origine catalana, altra popolazione che ha dominato il territorio, precede la processione della Vara nel giorno dell’assunzione di Maria al cielo (15 agosto), durante la quale la Vara stessa, una macchina trionfale, trasporta accompagnata dai fedeli una statua con numerose raffigurazioni di angeli, due grandi sfere rotanti che rappresentano il Sole e la Luna e in cima vi è la statua del Cristo che, con una mano, sorregge Maria. I fedeli la trascinano tirando le lunghe gomene situate alla base per tutto corso Garibaldi, passando per via I Settembre e arrivando nella piazza del Duomo dove si conclude con una messa serale.

Un piccolo consiglio: recatevi sul Monte Dinnammare, chiamato così perchè si affaccia su due mari: Ionio e Tirrenio. Qui troverete un santuario, rinominato “dei Due Amanti”, il quale possiede la famosa terrazza dalla quale potrete avere una totale e splendida visione dall’alto della città. 

Aboliamo la Dieta!

Come ben si sa non si può andare via dalla Sicilia senza aver messo su kili; quindi preparatevi! Se soggiornate a Messina consiglio di non prendere il classico cannolo siciliano o la cassata, perché beh.. quelle le trovate in ogni luogo della Sicilia, mentre questi dolci non proprio:

  • Let’s Start: Se soggiornate nel periodo di ottobre, in particolare nella
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    Ossa dei Morti

    festa di tutti i Santi dovete assolutamente assaggiare le Ossa dei Morti, dei biscotti di pasta garofanata: deliziosi. Se invece siete in visita nel periodo

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    Pignolata

    di carnevale non potete non assaggiare la Pignolata, dolce tipico messinese di questo periodo: il nome deriva dalla sua forma di pigna, per metà ricoperta di glassa bianca aromatizza al limone e per un’altra metà scura poiché al cioccolato. Non si può non assaggiare la Granita con la G maiuscola Messinese. Eh si.. perché la vera granita siciliana è in realtà tipica della provincia di Messina per quanto riguard

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    Granita al caffè con Panna e Brioche

    a il gusto caffè, e della provincia di Catania; diffidate dalle imitazioni perchè in altre parti della Sicilia potreste incappare in semplice ghiaccio tritato aromatizzato! E mi raccomando prendete proprio il gusto Caffè con Panna (che decisamente non sarà quella che vi aspettate della bomboletta spray) e brioche, tipica messinese che non è di certo il cornetto che pensiamo. Vi consiglio di portare a casa le Paste di Mandorla per tenere vivo il sapore di questa terra!

  • Il punto forte della tradizione siciliana sono i famosissimi arancini di riso e proprio a Messina c’è una rosticceria che ne ha per tutti i gusti; situata in Via Battisti 143, la Rsosticceria Famulari possiede ogni tipo di arancino, dal classico al più strano, oltre che i rustici…. Da leccarsi i baffi!braciole.jpg
  • Altro punto forte sono le braciole alla Messinese: involtini di carne impanata presentati come uno spiedino, con il cuore di provoletta e prosciutto..
  • Per quanto riguarda i primi assaggiate i maccheroncini fatti in casa alla norma con una spolverata di ricotta al forno.. Non ci sono parole per definirne il sapore!

Per gli amanti del mare ..

I Messinesi si recano per lo più al Pilone, ovvero la spiaggia che si trova proprio sotto il faro. Particolarità della spiaggia: vi trovate in Sicilia ma sarà come toccare la Calabria con un dito! 🙂 Essendo la città un crocevia di navi per la presenza del porto, il mare non è dei migliori: infatti l’acqua è molto fredda a causa delle numerose correnti che attraversano lo stretto e ci sono moltissime meduse, per questo consiglierei di visitare le numerose località balneari in provincia di Messina, per esempio: Rometta, Falcone, Rodìa, Capo di Milazzo, Patti, San Giorgio, Capo d’Orlando e non dimentichiamo le meravigliose Isole Eolie, del quale trovate tutte i suggerimenti nel prossimo articolo!

 

Milano

Conosciuta in tutto il mondo come la capitale della moda, Milano non è da considerare affascinante solo per la FashionWeek o per la sua Movida, perché è anche ricca di luoghi nascosti fantastici, che creano un connubio tra il moderno e l’antico che vi affascinerà..

 Cosa c’è da vedere?!

Sorge dall espansione di un accampamento bellico degli Insubri con il nome di Mediolanum nel 500 a.C. e fu nelle mani di molteplici popolazioni per la sua posizione centralDuomo Milanoe nel Nord Italia, le quali impronte sono visibili tutt’oggi. Simbolo della città è la sua cattedrale: il Duomo. Situato proprio nel centro, consiglio di entrare all’interno e ammirare i mosaici delle alte finestre che illuminano l’intera Chiesa (sempre si è fortunati dal punto di vista meteorologico) oltre ad ammirarne la magnificenza in pieno stile gotico. Grazie infatti a questo stile architettonico possiamo godere della vista dell’intera piazza salendo proprio  sulle guglie ad un passo della statua dorata della Madonnina che protegge l’intera città. Non tutti i visitatori prestano attenzione alla cripta, alla quale si accede scendendo le scale affianco all’altare, dov’è contenuta una piccola cappella che custodisce le reliquie di San Carlo.

Proprio nella piazza del Duomo, troviamo il Museo del Novecento, per gli amanti dell’arte contemporanea, mentre per gli amanti della pittura proprio affianco vi è Palazzo Reale. Dall’altro lato della piazza si p633907 GALLERIA VITTORIO EMANUELEuò ammirare l’arco trionfale che ci introduce all’interno della Galleria Vittorio Emanuele II, da ammirare gli affreschi delle lunette al disotto della cupola e i mosaici appena ristrutturati sul pavimento, che ci conduce nella piazza della scala. Se si ritorna in piazza della scala si può prendere via Orefici che ci conduce fino a piazza Cordusio, definita centro della city finanziaria milanese. Attraversando piazza Cordusio finiamo per arrivare in via Dante, la quale ci condurrà direttamente al Castello Sforzesco, dal quale possiCastelloSforzesco.jpgamo anche cominciare una passeggiata per parco Sempione. Consigliatissimo il Castello Sforzesco e in particolare la Sala delle Asse, chiamata così per il suo vecchio rivestimento di assi di legno e decorata con grande maestria da Leonardo da Vinci, il quale ci porta all’interno di un bosco solo alzando lo sguardo. All’interno del Castello troviamo varie esposizioni, tra cui quella di arte antica con la presenza della Pietà Rondanini di Michelangelo. Consiglio di provare a chiedere informazioni sulla visita delle segrete del castello, aperte solo in determinati porta-romana-piazza-medaglie-doro-milano-grandeperiodi dell anno e ad un numer o ristretto di visitatori. Ah quasi dimenticavo: non scordate di camminare per Piazza Missori e Porta Romana dove troviamo delle rovine delle Porte che permettevano l’entrata e l’uscita dalla città proprio accanto a dove oggi si circola con le macchine..

Milano è piena di chiese nascoste, tra le quali possiamo trovare:  Basilica di Sant’ Ambrogio, Basilica di San Lorenzo Maggiore, Basilica di San Simpliciano (la prima basilica costruita a Milano), e di Sant’Eustorgio, la quale nasconde una piccola cappella molto particolare e Santa Maria delle Grazie, dove possiamo ammirare lo spettacolare dipinto di Leonardo da Vinci: il Cenacolo, proprio affianco alla chiesa. Più nascosta possiamo anche notare la chiesa dove si recava Alessandro Manzoni, proprio affianco alla sua casa, la quale si può visitare con una guida.

Nonw630_20121012131259 dimentichiamoci i molteplici parchi di Milano: il più grande Parco Sempione, i Giardini Pubblici di Porta Venezia e, consiglio di passare per la villa Invernizzi a vedere i fenicotteri rosa e dare un occhio alla zona piena di palazzi in stile rinascimentale e superdecorati, infine si arriva giardini di Palestro.

01_Piazza_Gae_Aulenti.jpgHo lasciato per l’ultima la nuova Manhattan Milanese, definita in questo modo da moltissimi giornali, alla quale si giunge dalla stazione di Porta Garibaldi passando per piazza Gae Aulenti, dove ammiriamo le nuove Unicredit Towers e dalla Unicredit Tower B è possibile salire e ammirare Milano dall’alto. Attraverso il ponte giungiamo ai giardini di Porta Nuova attorniata dalle ville e dalle residenze Giardini adiacenti al Bosco Verticale. Sempre iskyline.jpgn questa zona possiamo ammirare Palazzo Diamante e Diamantini che introducono al business district, il palazzo della Regione e Torre Solaria; il tutto accompagnato da una gradevole passeggiata o biciclettata nel verde.

 .. NightLife

 A Milano non c’è che l’imbarazzo della scelta! Se si ha la possibilità di trascorre più giorni a Milano consiglio di visitare i seguenti luoghi all’imbrunire, magari facendo aperitivo o apericena:

  • Zona Arco della Pace e in particolare suggerisco il locale: arco.jpgBangrabhar, dallo stile molto etnico ed è uno dei migliori aperitivi di Milano a buon prezzo.
  • Zona Navigli e Nuova Darsena: a disposizioni due vie di camminata sul Naviglio Grande o quello Piccolo e ogni incontro-sui-navigli-2.jpglocale è più carino dell’altro. Dopo l’aperitivo consiglio di passeggiare lungo la Nuova Darsena; molto romantico per le coppie ..

 

  • Zona corso Como: anche qui si può scegliere il locale che si vuindex.jpgole: consigliatissimo il locale Corso Como 10, molto chic ed elegante anche se un po’ meno nei prezzi.
  • Zona Colonne di San Lorenzo: qui possiamo trovare molti ristoranti etnici e i giovani si ritrovano a bere proprio nella piazza delle Colonne e per questo consiglio di non sostare a tarda ora se non per bere qualcosa a prezzi economici ma in maniera più spartana
  • Per i Ristoranti ne abbiamo di tutti i gusti: da ristoranti etnici a quelli vegani, a semplici pizzerie a trattorie, addirittura alcuni sono aperti fino alla mattina per gli stomaci più tenaci! E non dimentichiamoci di mangiare lo storico panzerotto di Luini, proprio accanto al Duomo!
  • Discoteche: dal The Club, locale molto alla moda e frequentatissimo nella FeshionWeek, alla discoteca storica di Milano: Old Fashion (d’estate è tra le migliori discoteche all’aperto insieme al Byblos Milano), all’ Hollywood e il Tocqueville e Vibe Room tutte situate in zona Garibaldi-Moscova. Qui c’è anche “Il Gattopardo”, la discoteca dalla location più particolare di Milano, poichè si tratta di una Chiesa sconsacrata. Situate nel centro abbiamo: Nephenta e Serendepico o più elegante Le Banque o più frenetico il MIB situato proprio in piazza Affari di fronte al “Dito”. Se ci si sposta verso zona Navigli troviamo invece una piccola discoteca di target Under20: Divina.

Le vie dello Shopping

 Sigillate i portafogli! Sarà impossibile non fare acquisti nella capitale della moda!

  • Via Torino: una sfilza di negozi situati per tutta la lunghezza della via, da una parte e dall’altra
  • Corso Buenos Aires: iniziando da Porta Venezia e finendo a piazzale Loreto sarete davvero stanchi di percorre il lungo corso di negozi che è lungo quanto 3 fermate di metropolitana.
  • Via Montenapoleone: arriviamo alla moda per eccellenza; al via i negozi delle grandi firme
  • Via Dante: la breve via ci accompagna fino al Castello all’insegna dello shopping
  • Corso Vittorio Emanuele: anche qui troviamo una via porticata piena di negozi

 Per gli intellettuali …

 … ovviamente non mancano offerte culturali: al via all’arte al Palazzo del Novecento, la Pinacoteca di Brera, Palazzo Reale e non dimentichiamo i numerosi teatri dove gustare commedie, tragedie, opere liriche, balletti o musical; a voi la scelta!

Mentre per gli sportivi …

 Per gli amanti dello Sport non può mancare la visita allo stadio Meazza  e a casa Milan.

 

 

 

Perugia e Assisi

Se quello che desiderate è un weekend all’insegna del relax, ma anche della ricerca culturale e mistica, potete passare qualche magnifico giorno sulle colline dell’Umbria, Perugia , Assisi ; città che vi lasceranno senza fiato.   Legate tra loro da tradizioni comuni, sono ricche di monumenti storici e luoghi incantevoli, se in più ci aggiungete i meravigliosi profumi e sapori mediterranei  che si possono degustare nei ristoranti tipici…

Perugia

Preparate un buon paio di scarpe comode per passeggiare per le stradine medioevali  arroccate di Perugia, che della parte bassa salgono fino al cuore della città, per chi volesse approfittarne, di recente costruzione le scale mobili che comodamente accompagnano le persone ai differenti livelli del centro storico.

74872__piazza_italiaPiazza IV Novembre dove non potrete non rimanere a bocca aperta ammirando la celebre Fontana Maggiore, costruita tra il 1275 e il 1278 da Nicola e Giovanni Pisano su una gradinata circolare,  le figure rappresentano personaggi correlati alla fondazione mitica della città. Nella Piazza principale spiccano le torri della Cattedrale di San Lorenzo e l’imponente Palazzo dei Priori, in stile gotico che vanta opere di artisti di fama internazionale come Piero della Francesca e il Perugino

Godetevi i locali e i negozi di Corso Vannucci e arrivati alla fine avventuratevi a visitare la Rocca Paolina, una vera e propria fortezza, fatta erigere da Papa Paolo III dopo il sacco di Roma,  simbolo dell’autorità e del potere del Papa fino all’anno dell’annessione al Regno d’Italia.

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Se avete intenzione di passare un weekend alternativo, non dimenticate che a Perugia si tiene  ogni estate  il festival del Jazz, http://www.umbriajazz.com/ musicisti e jazzisti da tutto il globo si riuniscono nelle sale da concerti di tutti i dintorni. Per veri appassionai di jazz si può anche alloggiare in un hotel dove tutto ricorda il jazz http://www.hotelgio.it/

Per i più golosi, in autunno ogni anno si rinnova l’appuntamento con Cioccolandia,  il festival del Cioccolato più importante e godurioso d’Italia, infatti tipici della città umbra sono i cioccolatini che provengono dalla premiata Perugina.

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Il capoluogo umbro non manca certo di attrattive culinarie e non si può ripartire senza aver gustato qualche specialità Perugina; fate un salto per esempio all'”Osteria dei Priori” per assaggiare una Torta al Testo, farcita con prosciutto, salsiccia cotta, verdure lessate, porchetta, stracchino e rucola; oppure gli Strozzapreti, fettuccine fatte in casa tipiche del territorio umbro, al tartufo o alla norcina.  http://www.osteriaapriori.it/

Assisi

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Ad una quarantina di chilometri da Perugia sorge sulle colline la bellissima Assisi, cittadina medioevale che diede i natali a San Francesco, a lui è dedicata la Basilica costruita nell’XIII secolo e composta da due parti complementari, la Chiesa Inferiore e la Chiesa Superiore. Entrando nella Chiesa Inferiore si può ammirare la cappella di Santa Caterina e le meravigliose cappelle laterali, così come la volta della navata che è una vera e propria opera d’arte con affreschi ad opera di diversi artisti tra cui Simone Martini, Giotto. Dalla Chiesa Inferiore si può scendere alla cripta nella quale riposa la salma del Santo.

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Ammirate la Chiesa Superiore, con la sua famosa facciata gotica. Una volta entrati verrete stregati dalla luce che filtra attraverso le artistiche vetrate, in contrasto con la Chiesa Inferiore nella quale la luce è notevolmente minore. La parte superiore è ricoperta di affreschi che narrano del Vecchio e Nuovo testamento, la cui attribuzione è ancora incerta dopo la tesi che voleva affidare la paternità a Giotto e a Cimabue. Le pareti inferiori sono invece opera di Giotto e della sua scuola, affreschi che purtroppo si sono leggermene rovinai a causa del passare del tempo.

Le chiese e le basiliche che sono erette ad Assisi propagano un forte senso di cristianità e misticismo che attirano fedeli e pellegrini in cerca di pace spirituale e raccoglimento religioso, forte potenza hanno Tempio di Minerva, gioiello di arte antica e la Basilica di santa Chiara. All’interno della Basilica, si possono ammirare i resti della Santa e il crocifisso di legno che, secondo la leggenda, parlò a S. Francesco. Di San Francesco inoltre si possono anche ammirare i resti  di quella che e’ stata la casa della sua nobile famiglia, nella quale lui ha vissuto fino al momento della vocazione. Sempre legata a san Francesco una tappa da annotare è la Basilica di  Santa Maria degli Angeli, l’Eremo delle Carceri e La Porziuncola, la tradizione la fa risalire al IV secolo, costruita da eremiti palestinesi, successivamente restaurati da San Benedetto e poi da San Francesco, per il quale divenne un luogo importantissimo, in questa cella infatti il Santo ricevette la sua vocazione e sempre in questa cella fondò L’ordine francescano.

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Il misticismo, la cultura e la meraviglia artistica trapelano da ogni angolo, da ogni scorcio e da ogni monumento.  Se tutta questa atmosfera vi ha fatto venire un certo languirono è il momento giusto per una tappa alla  Trattoria degli Umbri  per assaggiare qualche prelibatezza della zona, come il Pecorino, il Ciauscolo, salame spalmabile di carne di maiale, gli Umbricelli, grossi spaghetti fatti a mano, al tartufo o alla norcina o la Rocciata, gustoso dolce medievale tipico di Assisi, ripieno di mele, nocciole, noci e uvetta.

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Roma

foto articoloRoma,  caput mundi del passato e città incantata odierna:  perdetevi tra le strade della Capitale in un weekend all’insegna della storia e della bellezza.

Cosa visitare?

Il centro di Roma è un museo a cielo aperto. Visitarlo a piedi permette di ammirare tutti i monumenti di cui questa città pullula, da quelli dell’epoca Romana a quelle di costruzione più recente. Scarpe comode e zainetto in spalla, si parte alla scoperta!

Iniziamo dal Colosseo, il simbolo per eccellenza di questa città! Si tratta di un anfiteatro romano del 72 d.C, di maestosa bellezza se ammirato dall’esterno, ma ancora più suggestivo se visitato all’interno. Il costo del biglietto intero è di 12 euro e si può prenotare anche online. Preparatevi a lunghe code per entrare: i turisti sono molti, soprattutto nel periodo estivo, ma state certi che ne varrà la pena!

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Percorrendo l’adiacente Via dei Fori Imperiali si possono ammirare i resti  del Foro Romano, antico centro politico, commerciale e culturale della città di Roma. Al termine di questa maestosa via, voluta da Mussolini, si trova Piazza Venezia dove si erige il celeberrimo Altare della Patria, ai piedi del Campidoglio.

Proseguendo per Corso Vittorio Emanuele si arriva a Campo de’ Fiori, una piazza di piccole dimensioni nella quale si staglia la statua di Giordano Bruno. La mattina è sede di un folkloristico mercato, mentre la sera si trasforma in un punto di ritrovo della movida romana, grazie anche alla presenza di numerosi pub e locali dove consumare drink sia d’estate che d’inverno. Adiacente a Campo de’ Fiori vi è Piazza Navona, nata come stadio e ora simbolo della Roma Barocca. Al centro vi è la Fontana dei Quattro Fiumi progettatta da Gian Lorenzo Bernini.  A Piazza Navona è possibile trovare molti artisti di strada: pittori, giocolieri e intrattenitori di ogni genere. Durante il periodo Natalizio, poi, la zona viene riempita di bancarelle dove è possibile acquistare dolciumi, statuette per il Presepe o la classica calza della Befana.

Se si continua su Via del Corso, la via dello shopping, si arriva prima a Fontana di Trevi e poi a Piazza di Spagna, dove si trova “La Barcaccia” del Bernini.

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Fontana di Trevi

Alla fine di Via del Corso si trova Piazza del Popolo al centro della quale si erige l’Obelisco Flaminio di origine egizia.

Roma è ricca di storia, ma anche di spiritualità. Una volta nella capitale non si possono non  visitare i centri della religiosità: dal Pantheon pagano dei Romani, al Vaticano, emblema della Cristianità,  Piazza San Pietro, i Musei Vaticani e, nei pressi della suggestiva Isola Tiberina, Castel Sant’Angelo.

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Castel Sant’Angelo all’imbrunire

Dove dormire?

Essendo una grande metropoli, Roma offre molteplici possibilità per l’alloggio, sia al livello di struttura che di portafogli!

Se volete concedervi un weekend di lusso potete alloggiare negli alberghi a 5 stelle che si trovano in Via Veneto. Una soluzione suggestiva poi,  è quella di Palazzo Manfredi, un’antica palazzina ristrutturata che oggi ospita un Luxury Hotel di grande prestigio PROPRIO DI FRONTE AL COLOSSEO! Se non volete alloggiare in questa struttura ma volete comununque vivere un’esperienza indimenticabile, vi consiglio di prenotare una cena sulla terrazza dell’hotel per degustare piatti di alta cucina con una vista mozzafiato!

Un’altra opzione è quella dei B&B presenti in gran numero nella città. Ecco qui i migliori 10 secondo Trip Advisor!

Dove mangiare?

La cucina tipica romana vanta piatti gustosi e dai sapori decisi: coda alla vaccinara,animelle, trippa e carciofi alla giudea sono solo alcune delle portate che trionfano nei ristoranti della Capitale.

Per una trattoria autentica potete recarvi a Testaccio da Checchino dal 1887 (Chiuso Lunedi e Domenica). Nel menù spiccano piatti che si tramandano da generazioni. Da provare i rigatoni al sugo che è cucinato alla vecchia maniera con l’intestino tenue del vitello da latte.

In alternativa, Pommidoro il ristorante storico di Aldo Bravi che racchiude Roma in un boccone. Zona San Lorenzo, chiuso la Domenica.

Se invece preferite assaggiare la pizza romana, sottile e cotta al forno a legna, recatevi in via della Corda 3, a Campo de’ Fiori, vi aspetta un locale sempre aperto che riprende il nome della piazza.

Invece, per la vostra pausa dolce due sono i must: il tiramisù di Pompi con diversi punti vendita nella città e il leggendario gelato di Giolitti in via Uffici del vicario 40.

Curiosità!

A Piazza Navona è possibile visitare il primo esempio di Stadio di Atletica in muratura costruito a Roma. Si tratta di una testimonianza unica nella storia dello Sport!

Il Giardino degli aranci è un vero e proprio paradiso da cui si gode una vista spettacolare sulle cupole della Città Eterna, con in primo piano la Città del Vaticano e la Sinagoga.

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Vista della Cupola di San Pietro dal Giardino degli Aranci

Se avete ancora del tempo a disposizione fate una passeggiata nel  Quartiere Ebreo (Ghetto). Qui avrete anche la possibilità di assaggiare una delle crostate alle visciole più buona del mondo!

Verona e Venezia

Se pensate ad un weekend romantico da passare con la vostra dolce metà, Verona e Venezia sono la meta ideale per un paio di giorni in dolce compagnia.  Le città venete, trionfo di fascino sublime rivelano sorprese ai visitatori esperti e curiosi.

Verona

casa-di-giuliettaLa fama della sua bellezza era già grande nel XVI secolo quando Shakespeare la scelse come scenario drammatico del suo capolavoro, Romeo e Giulietta , anche ai giorni nostri la città è molto rinomata per la famosa casa con balcone visitata ogni anno da centinaia di migliaia di turisti da tutto il mondo, ma Verona non è solo questo. Verona è una città  meravigliosa che attraverso i suoi palazzi, le sue piazze, i suoi scorci, ma anche i suoi piatti tipici rivela una grande personalità storica e culturale.

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Un luogo chiave della città è la Piazza delle Erbe, dove ogni giorno si ritrovano i veronesi al mercato, la piazza è circondata da palazzi e torri medioevali che accolgono i visitatori in un’atmosfera storica travolgente. Non lontano da piazza delle Erbe, sorge un altro luogo simbolo della città, Piazza dei Signori, al centro della quale si erge il monumento in onore del sommo poeta Dante; un tempo la piazza era sede delle istituzione cittadine, il Palazzo del Comune, la Loggia del Consiglio, il Palazzo del Prefettura , sedi dell’influente famiglia Scaligera che governava la città.

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L’Arena è uno dei luoghi più suggestivi del centro; sorge in piazza Bra, tutta circondata da caffè e ristoranti che animano la vita del foro.  L’Arena di Verona è la terza arena romana più grande d’Italia, costruita nel I secolo; allora teatro di lotte e battaglie,  oggi i vengono inscenati spettacoli e concerti di artisti provenienti da tutto il mondo.

Dopo una intera giornata di visita culturale della città si deve assolutamente fare una tappa in uno dei tanti ristorantini. Assaggiare I Bigoli con le sardine, il riso con i bisi, il bollito con la peara ,  tutti accompagnati da un vino rosso della Valpolicella ,meraviglie per il palato che fanno concludere degnamente la visita di una città meravigliosa!!

 

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Venezia

Alcuni la definiscono la città più bella del mondo… e infatti la laguna, le calli, i palazzi d’epoca non lasciano davvero indifferenti e le gondole nelle acque del Canal Grande sono davvero uno scenario affascinante.  Città marinara fin dal medioevo Venezia è da sempre una città aperta, considerata in tutta la sua bellezza come Patrimonio mondiale dell’Unesco.

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Arrivati alla stazione Santa Lucia si prende il vaporetto che navigando il canal grande conduce comodamente ai luoghi più suggestivi della città. Non rimanete incantati alla vista dei palazzi storici delle famiglie più prestigiose di una volta che circondano il Canal Grande, il Casinò, Ca’ Pesaro, Ca’ d’Oro, Ca’ Foscari, fino ad arrivare allo stupendo ponte di Rialto il più scenografico. Addentrandosi per il labirinto di calli che attirano i visitatori si giunge nei luoghi più nascosti, quelli più veri e profondi della città.  Un luogo che attira ogni giorni migliaia di visitatori è piazza San Marco con la basilica di San Marco e la torre dei mori  che domina tutta la piazza circondata da portici e palazzi che una volta componevano il centro religioso, amministrativo e culturale di Venezia; la bellezza è tale che le persone non rinunciano a vederla nemmeno nei giorni di acqua alta. Proseguendo verso il molo si devono assolutamente visitare la libreria di San Marco, il palazzo Ducale con il ponte dei Sospiri che vanta l’esposizione di opere di grandiosi  artisti, sede dei Dogi e della Magistratura della città.  Per gli amanti dell’arte, non si deve perdere la visita del teatro la Fenice, arso e ricostruito nel secolo scorso, è uno dei teatri più belli del mondo; e anche la biennale che quasi all’estremo del centro della città espone capolavori di architettura e design di artisti di tutto il mondo.

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Ogni città italiana ha delle sue specialità culinarie, quelle di Venezia sono il baccalà alla veneziana, il fegato alla veneziana da degustare insieme alla polenta. Per quanto riguarda le note più dolci, i biscotti con la farina di mais sono una vera prelibatezza che attenta alla dieta !

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Se siete amanti di acconciature , costumi e vi affascina la vita frivola e misteriosa delle maschere durante il periodo del carnevale di Venezia,  lasciatevi andare all’eleganza creativa e spettacolare di veneziani e visitatori che per giorni animano la vita della città passeggiando per le calli in abiti sfarzosi e spumeggianti, ricreando atmosfere festose di epoche passate .
Il carnevale inizia la domenica  con il lancio della Colombina che dalla Torre dei mori ondeggia volando su tutta piazza  San Marco.; cerimonia commovente che inaugura tutte le manifestazioni che la città propone per questa importante annuale ricorrenza. Sprizzanti e sfolgoranti maschere o spettatori che voi siate, il caffè Florian merita una sosta , anche solo per una tazza di caffè! Perdetevi dentro i suoi innumerevoli specchi che illudono le prospettive e rendono l’atmosfera magica ed incantata.  http://www.caffeflorian.com/it/venezia/il-menu-del-caffe-florian-di-venezia.html

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PIACERE, PIACENZA Una città da scoprire

A solo un’ora da Milano si trova una città che Leonardo Da Vinci definì “terra di passo”: Piacenza.

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Piacenza si trova alle porte dell’Emilia, sorge sulle rive del Po ed è abbracciata dalle mie care colline e dalle montagne dell’Appenino. Nella storia fu colonia romana, importante centro medievale ed anche meta sosta ideale nel passaggio di pellegrini e principi, crociati e templari, commercianti e artisti che ovviamente lasciarono il segno.

 

Per iniziare…un po’ di storia

Piacenza fu fondata nel 208 ac con il nome di “Placentia”, fu la prima colonia romana, insieme a Cremona, nel nord Italia.

La città fu subito messa sotto assedio nella seconda guerra punica, nella battaglia sul fiume Trebbia, ma resistette, in epoca repubblicana Piacenza divenne un importante porto fluviale e a partire dal 187 ac farà capo qui la Via Emilia.

Con l’avvento del Cristianesimo sulle aree delle antiche necropoli sorgono i primi edifici di culto, tra cui la basilica di Sant’Antonino dedicata al martire patrono della città.

Nonostante la città fu sottomessa dai barbari, intorno all’anno Mille Piacenza fiorisce sotto tutti i punti di vista. Dal 1126 la città fu libero Comune e combatté con la Lega lombarda contro i Barbarossa.

Passò nelle mani dei Visconti, in seguito alla Francia e poi allo Stato Pontificio. Nel primo Cinquecento, all’epoca del dominio pontificio, viene costruita la poderosa cinta urbana in gran parte ancor oggi conservata e nel 1545 papa Paolo III Farnese costituisce il Ducato di Parma e Piacenza affidandolo al figlio Pier Luigi. L’imponente palazzo ducale diventa il simbolo del potere dei Farnese che governano la città fino al 1731.

Capitale del Ducato di Parma e Piacenza sotto i Farnese, passò poi al Ducato di Milano.

Dalla metà del 1700 alla metà del 1800 fu soggetta a dominio borbonico; personaggio importante in questo periodo è Maria Luigia d’Austria, la quale ammodernò diverse città del piacentino.

Nel 1848, con un plebiscito, piacenza fu la prima città d’Italia a chiedere l’annessione al regno di Sardegna, futuro Regno d’Italia, meritandosi il titolo di “primogenita d’Italia”.

Le due guerre mondiali contarono numerosi soldati piacentini, fra cui anche il mio caro nonno, di fatto nel 1996 a piacenza fu assegnata la medaglia d’oro al valore militare per l’impegno dei piacentini durante la lotta di liberazione dalla dittatura nazi-fascista.

Itinerari

Ci sono tanti modi per visitare una città, differenti chiavi di lettura per interpretare le strade, le piazze, i palazzi, i monumenti. Anche a Piacenza i luoghi possono essere scoperti, ad esempio, secondo la sua storia o in base ai personaggi che l’hanno vissuta o ancora attraverso ciò che può offrire. Ecco allora alcuni possibili percorsi, suggeriti senza la pretesa di essere gli unici, né definitivi, ma con l’intento di offrire un assaggio di ciò che è Piacenza. 

Percorso storico

PIACENZA MEDIEVALE

La Piacenza medioevale è tra i più importanti centri dell’intera Europa: è luogo di passaggio e di collegamento, dove si incontrano antiche strade e l’arteria fluviale del Po.

E’ a questo periodo storico, dunque, che si deve la maggiore impronta conferita alla città dal punto di vista urbanistico; in particolare risalgono proprio al Medioevo le più pregevoli testimonianze artistiche della città, eccone alcune:

  • Piazza Borgo

Tra le più antiche della città, è situata al centro di un reticolato di vie. Il nome deriva da “sobborgo”, termine con cui venivano denominati gli insediamenti esclusi dalle mura della città. Nella piazza si può notare la chiesa di San Brigida del XII secolo.

  • Piazza Cavalli e Palazzo gotico

Palazzo Gotico domina lo spazio principale di Piazza Cavalli con le due statue equestri ai Farnese.

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Piazza Cavalli e Palazzo Gotico
  • Chiesa di San Francesco

Chiesa in cui Piacenza dichiarò, con un plebiscito, l’annessione al futuro Regno d’Italia.

Costruita fra il 1278 e il 1363 per volontà del ghibellino Umbertino Landi, è in stile gotico lombardo con facciata in cotto.

La chiesa conserva all’interno sepolture di uomini illustri, dipinti, sculture e resti di affreschi del XIV e XV secolo. Da notare la scultura posta nella lunetta del portale, con le Stigmate di San Francesco (1480 circa).

  • Piazza Sant’Antonino e la Basilica

E’ una delle piazze più importanti della città. Qui passava il collegamento fra la via Postumia (verso Pavia) e la Via Emilia. Sulla piazza si erge la Basilica di Sant’Antonino (XI secolo) dedicata al Santo Patrono di Piacenza, di cui si conserva le reliquie.

All’interno della Basilica di Sant’Antonino si trova un piccolo museo che ospita arredi e opere d’arte provenienti dalle cappelle demolite tra il 1915 e il 1930 e altri lavori conservati nel Tesoro della chiesa. Tra le opere più importanti si trovano due dossali attribuiti al Maestro del dossale di Sant’Antonino. Il museo fa parte del nucleo dei Musei Diocesiani.

  • Duomo di Piacenza

La cattedrale di Santa Maria Assunta e Santa Giustina, principale luogo di culto cattolico di Piacenza, è un importante esempio di architettura romanica in Italia costruito intorno agli anni 1122-1123. A lato della cattedrale si trova il Palazzo Vescovile.

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Duomo di Piacenza
  • Piazzale delle Crociate

Situata della zona ovest della città, un tempo il Piazzale, insieme alle mura farnesiane, delimitava il confine della città. Sulla piazza di trova la splendida Basilica di Santa Maria di Campagna, esempio architettonico rinascimentale del nord Italia, in cui Papa Urbano II nel 1095 riunì il Concilio a cui seguì il bando di Clermont della Prima Crociata in Terra Santa.

 

PIACENZA RINASCIMENTALE

Piacenza nella prima metà del Cinquecento diventa ducato Farnesiano e si avvicina così, con qualche ritardo rispetto al territorio lombardo, alla grande stagione del Rinascimento italiano, commissionando opere ad alcuni degli artisti più importanti del periodo. Raffaello, Giovanni Antonio Sacchi detto il Pordenone, Alessio Tramello, Jacopo Barozzi detto il Vignola arricchiscono chiese e palazzi nobiliari di preziosi capolavori e rinnovano il tessuto urbano cittadino con quell’armonia di forme raffinate che contraddistingue il Quattrocento e il Cinquecento.

  • Chiesa di Santa Maria di Campagna

Edificata da Tramello, l’interno, ricco di opere d’arte, è altresì impreziosito da un importante ciclo di affreschi di Giovanni Antonio Sacchi detto il Pordenone.

  • Chiesa di San Sepolcro
  • Mura Farnesiane

Monumento caratteristico e molto apprezzato (soprattutto da me!), la cerchia Farnesiana è una cinta cinquecentesca che cingeva l’intero abitato cittadino. Percorrendo Via XXI Aprile si nota un lungo tratto di mura, interrotto da bastioni, con di fronte una splendida vallata in cui vengono effettuati giochi sportivi ed eventi musicali. Consiglio una passeggiata da Via Maculani e costeggiando le mura si arriva alla Basilica di Santa Maria di Campagna.

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Mura Farnesiane
  • Palazzo Farnese

Palazzo Farnese fu residenza della dinastia ducale sino all’esistenza dei Farnese del 1731.

Dal 1965 il Palazzo ospita i Musei Civici con la Pinacoteca, il Museo delle Carrozze, la sezione Archeologica, il Museo dei Rinascimento e l’Armeria.

Il palazzo è stato voluto da Margherita d’Austria. Per costruirlo venne parzialmente abbattuta la preesistente Cittadella Viscontea costruita nel 1373. Rimasto incompiuto, e privo del teatro che era stato progettato ma mai realizzato. Al piano nobile la scenografica cappella Ducale, adibita in origine a cerimonie di rappresentanza della famiglia, è ora trasformata in centro convegni. Il palazzo attualmente è la sede dei Musei Civici omonimi.

  • Palazzo Landi

Straordinario esempio di residenza signorile del Rinascimento, il palazzo venne edificato alla fine del Quattrocento. La facciata, che risale al 1484, è decorata con un fregio in terracotta raffigurante sirene, armi e medaglioni in rilievo. Ricco ed elaborato è il portale in marmo opera di Giovanni Pietro e Gabriele da Rho (1485). Il cortile grande ospita un quadriportico con decorazioni in cotto che richiamano quelle della facciata. Attualmente è sede del Tribunale di Piacenza.

PIACENZA TRA SEICENTO E SETTECENTO

Piacenza, a partire dall’età farnesiana, si trasforma in residenza cittadina della classe aristocratica, la quale avvia una molteplice e stupefacente realizzazione di sontuosi palazzi (nel 1748 si arriva a contarne ben 123 con la presenza di circa 300 famiglie nobili).

Parallelamente ai palazzi, anche gli edifici religiosi aumentano considerevolmente; grazie a ciò Piacenza è nota anche come “la città delle 100 chiese”.

  • Il collegio dei Gesuiti

L’area su cui sorge il palazzo fu assegnata alla Compagnia di Gesù dal Duca Ottavio Farnese. Accanto sorge la maestosa chiesa di S. Pietro. Nel periodo del riformismo illuminato i Gesuiti furono allontanati dalla città (1774) e il palazzo divenne sede della Biblioteca Comunale Passerini Landi, che possiede, tra gli altri, il più antico codice datato della Divina Commedia.

  • Palazzo Costa

Venne realizzato a partire dal 1693. Il salone al piano nobile si svolge su cinque ordini architettonici prospettici. Le altre sale sono state adibite a Museo Ambientale e raccolgono un vasto nucleo di mobili settecenteschi ed opere pittoriche. Di grande interesse la sala “Salvator Rosa”, che deve il suo nome alla presenza di una notevole raccolta di opere, dipinti ed incisioni dell’artista Giovanni Evangelista Draghi. Tra tutte le opere dell’artista, considerato uno dei massimi esponenti della pittura del Seicento, spicca “Mario davanti alle rovine di Cartagine” che venne esposto anche a Napoli, al Museo di Capodimonte.

  • Palazzo Galli
  • Palazzo Mandelli
  • Palazzo del Governatore
  • Palazzo dei Mercanti
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Palazzo dei Mercanti
  • Palazzo Malvicini Fontana

 

PIACENZA TRA OTTOCENTO E NOVECENTO

Piacenza, colonia romana, fiorente centro medioevale, beneficiata dai fasti farnesiani, Primogenita d’Italia, come città post-unitaria si trasforma in un complesso rapporto tra passato e presente, tra rivoluzione e reazione, tra cosmopolitismo e provincia. L’esigenza di modernità si coniuga con il recupero dell’antico, che porta al restauro di edifici in degrado, ma naturalmente conduce anche alla costruzione di nuovi fabbricati, espressione delle nuove correnti di stile e di ambiziose aspirazioni nei riguardi del futuro. Alla grande stagione delle sontuose residenze segue quella della committenza pubblica, dell’edilizia scolastica, dei primi piani regolatori. La città cresce fuori dalle sue mura, dove in prevalenza localizza gli opifici, testimonianza di una Piacenza che lavora, e oggi interessanti esempi di archeologia industriale.

  • Liceo scientifico Respighi

Ex Casa del Balilla, del 1940.

  • Monumento dei Pontieri

Il Monumento fu inaugurato nel 1928 alla presenza del Re Vittorio Emanuele II. L’opera celebra le gesta eroiche dei combattenti della Prima Guerra Mondiale e l’aiuto prestato da Genio Pontieri in occasione di calamità che colpirono Piacenza.

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Monumento dei Pontieri
  • Urban Centre

Conosciuto come ex macello, l’urban centre è uno dei piu importanti esempi di di archeologia industriale in cui sono state ricavate le sedi per la facoltà di Architettura del Politecnico, l’Ordine degli Architetti, l’Ufficio del Piano del Comune, il Museo di Storia Naturale, InfoAmbiente e l’archivio storico della città.

  • Ex centrale Elettrica Emilia

 

Percorso socio-culturale

PIACENZA CITTA’ DI TEATRI

Gli edifici teatrali piacentini possono idealmente essere divisi in due gruppi: da un lato il teatro Municipale legato in particolare alla tradizione ottocentesca del melodramma, dall’altro gli spazi scenici recuperati in periodi successivi dal consistente patrimonio immobiliare di carattere religioso della città, chiese sconsacrate e chiuse al pubblico, in gran parte a causa degli editti napoleonici che sancirono la soppressione degli ordini conventuali. Oggi tale rete di strutture testimonia la vivacità e l’interesse cittadino per la realtà del teatro di prosa, la concertistica, la danza e la lirica, con programmazioni declinate anche per i più giovani attraverso un costante rapporto con il mondo della scuola.

  • Teatro municipale

Il teatro fu inaugurato nel 1804.  La facciata, lo scenografo e le decorazioni interne si ispirano alla grandiosa Scala di Milano. L’aspetto attuale si deve a una riorganizzazione di metà ottocento, che ha conferito uno splendore di gusto romantico alla sala grazie ai velluti rossi e agli ornamenti dorati.

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Teatro Municipale
  • Teatro dei Filodrammatici
  • Teatro San Matteo
  • Sala dei Teatini

 

PIACENZA CITTA’ DEI MUSEI

Ricca e multiforme è l’offerta museale piacentina. Un percorso di visita si snoda tra testimonianze di Arte antica e contemporanea; i Musei Civici di Palazzo Farnese, la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi e la Galleria Alberoni custodiscono pezzi di richiamo internazionale. Non di minore pregio sono le raccolte degli altri musei cittadini che spaziano dalle scienze naturali al costume, alle tradizioni locali, alla storia e all’archeologia.

  • Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi

La Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, di cui sono perdutamente innamorata, nasce dalla collezione privata del nobile piacentino Giuseppe Ricci Oddi, che raccolse tra il 1897 e il 1923 un vasto nucleo di opere tra Ottocento e Novecento. La parte che riguarda l’Ottocento raccoglie opere di grande rilievo, tra le quali si possono ricordare “Ritratto d’uomo” di Francesco Hayez del 1834, due dipinti di Giovanni Cornovali detto il “Piccio”. Tra le opere del movimento dei Macchiaioli si citano quelle di Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Telemaco Signorini, Raffaello Sarnesi e Giuseppe Abbati. La Scapigliatura è rappresentata da opere di Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni e Luigi Conconi. Numerosi i dipinti dei due massimi esponenti piacentini del realismo del secondo Ottocento: Stefano Bruzzi e Francesco Ghittoni. Il Novecento raccoglie alcuni lavori di grande rilievo, a partire dal “Ritratto della madre” di Boccioni. La collezione Ricci Oddi nel 1924 è stata donata alla città di Piacenza.

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Interno della Galleria Ricci Oddi
  • Galleria e Collegio Alberoni

Il Collegio Alberoni è uno degli edifici storici piacentini più significativi e ha la speciale caratteristica di aver mantenuto la sua funzione originaria di scuola per la preparazione alla vita ecclesiastica e di attivo centro di approfondimento teologico, filosofico e scientifico. La struttura comprende una preziosa Biblioteca ricca di circa 130.000 volumi, il Gabinetto di Fisica, quello di Scienze Naturali, un Osservatorio sismico e meteorologico perfettamente funzionanti e una Specola astronomica. Vanto del Collegio è la Pinacoteca, costituita dalle raccolte romane e piacentine del cardinale e da successive acquisizioni.

  • Antiquarium Santa Margherita

Il complesso di S. Margherita è l’unico caso a Piacenza di conservazione e valorizzazione di tracce stratificate della bimillenaria storia della città. Un angolo del centro storico che rivela il sovrapporsi di episodi costruttivi rappresentativi dei mutamenti intervenuti in città nel corso dei secoli, dall’epoca Romana, al Medioevo al Barocco.

  • Museo Ornitologico

Il Museo Ornitologico F.O.I. – Onlus conserva, studia ed espone gli uccelli che vivono in natura e quelli allevati dall’uomo. Esso nasce dal desiderio di divulgare la cultura ornitologica attraverso la conoscenza degli uccelli e l’attenzione per quelle caratteristiche che li rendono così particolari tra gli esseri viventi.

  • Museo Scalabrini

Il museo è stato costituito a seguito di varie e successive donazioni, iniziate appena dopo la morte di Giovanni Battista Scalabrini (1905) ad opera soprattutto degli stretti collaboratori del vescovo. La Galleria dei Padri Scalabriniani conta un centinaio di pezzi fra tele e sculture, cronologicamente ascrivibili al periodo fra Cinquecento e Duemila.

Alle opere figurative si aggiungono paramenti, oggetti sacri, pergamene, tra cui doni di pregio ricevuti da mons. Scalabrini in occasione del suo giubileo episcopale (1901), che rispecchiano sostanzialmente lo stile di vita, gli interessi e l’intensa pietà e spiritualità del Beato Scalabrini

Anche questo museo fa parte del nucleo dei Musei Diocesiani.

  • Museo della stampa

Il Museo della Stampa, aperto presso la sede del quotidiano piacentino Libertà, è dedicato in modo particolare a tutti gli strumenti tipografici utilizzati fino agli anni 80 e poi caduti in disuso. Qui è raccolta la memoria degli anni in cui la stampa realizzava le sue pubblicazioni in modo artigianale, tra caratteri mobili e grandi quantità d’inchiostro.

  • Museo del Risorgimento

É una sezione dei Musei Civici ospitati a palazzo Farnese, grazie ad un accordo con l’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, comitato di Piacenza. Disposto in quattro sale, raccoglie documenti, cimeli, immagini e armi databili tra il 1821 e il 1871. Ricca è la sezione dedicata agli eventi del 1848 e all’esito del Plebiscito, con il quale Piacenza si pronunciò per l’adesione al Regno Sardo, Primogenita del futuro Regno d’Italia. Ampio spazio è dato alla figura di Garibaldi e all’arruolamento garibaldino. Sono esposti anche bandiere, medaglie, armi bianche e da fuoco, giubbe, fazzoletti patriottici e camicie rosse.

  • Musei civici di Palazzo Farnese
  • Piccolo museo della poesia

 

SCORCI DA NON FARSI SCAPPARE!!

  • La Muntà di Ratt

E’ la caratteristica scalinata della vecchia Piacenza che collega la sopraelevata via Mazzini alla piana via San Bartolomeo. Il termine deriva da “montata ratta” che sta ad indicare la salita ripida. anche se poi nel linguaggio comune si è gradualmente trasformato ne “la montata dei topi”; secondo la leggenda popolare, infatti, questi roditori l’avrebbero percorsa in salita al fine di allontanarsi il più possibile dalle zone più basse adiacenti al Po durante le alluvioni e le piene del fiume.

La scalinata è una delle zone piu caratteristiche di Piacenza.

  • Via XX Settembre (la Strä Drita),

nota per i suoi balconi in ferro battuto, collega piazza Duomo e piazza Cavalli in quanto era uso nel medioevo collegare con una strada dritta il simbolo del potere politico con quello religioso. Fu rinominata via XX settembre per forgiare la memoria popolare sul ricordo della conquista di Roma da parte del re d’Italia nel 1870. È attualmente la via dello shopping per eccellenza, insieme al corso Vittorio Emanuele. In alcuni periodi storici era chiamata anche la Strä di Urévas (la Strada degli Orefici) perché vi si trovavano diverse botteghe di oreficeria.

  • Viale pubblico passeggio, o Facsal,

E’ la passeggiata nel verde del centro storico. Il Facsal è il percorso su una parte di ciò che è rimasto delle vecchie mura. E’ luogo di passeggiate o riposo sulle numerose panchine di cui è disseminato. Parte dal centro storico (corso Vittorio Emanuele II) e arriva fino al piazzale della Libertà, non lontano dalla stazione ferroviaria.

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Viale alberato Facsal
  • Piazzale Roma anche detta la Lupa

E’ la vecchia porta nelle mura che volgeva in direzione di Roma. Il suo soprannome deriva dalla colonna monumentale posta al centro della piazza sull’apice della quale è scolpita la lupa, simbolo di Roma, con gli infanti Romolo e Remo. È situata alla conclusione a sud di via Roma e via Scalabrini e segna l’inizio della via Emilia.

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PIACENZA E GIUSEPPE VERDI

Se Giuseppe Verdi e la sua musica sono oggi un patrimonio per l’umanità, a Piacenza e nella sua “pianuraccia”, le tracce ” del paesano delle Roncole” sono più che mai presenti nei luoghi frequentati e scelti dal Maestro come rifugio intimo e fonte di geniale ispirazione.
A Sant’Agata nel Piacentino, in quella residenza che Verdi considerò “il suo villaggio” egli, oltre a comporre opere straordinarie, si dedicò con passione all’agricoltura, coltivò un vivo interesse per l’arte, l’economia e la politica, fu mecenate generoso.

Presso Trevozzo è ancora oggi conservato l’Organo sul quale il musicista di esercitò durante la sua giovinezza; a Sant’Agata di Villanova vi è è la Villa Verdi, in cui Giuseppe abitò con la seconda moglie. Qui il maestro trascorse gran parte della sua vita occupandosi delle sue vaste proprietà e componendo alcune delle sue opere più famose.

Giuseppe Verdi lavorò come consigliere provinciale al Palazzo della Provincia negli ultimi anni del 1800 ed infine va ricordato il Grande Albergo di San Marco in cui Giuseppe Verdi amava soggiornare.

 

Dopo questa lunga camminata è arrivato il momento di concedersi un po’ di riposo e un buon pasto, e chi meglio di Piacenza può offrire squisitezze?

Un ristorante che vi consiglio è la “Foce del Trebbia”: un agriturismo ottimo presso cui andare a mangiare dopo una visita accurata di Piacenza.

E’ un posto molto accogliente, adiacente al centro urbano, comodissima da raggiungere per chi non ha voglia di percorrere molti chilometri in saliscendi.

Un consiglio che vi do è quello di assaggiare gli squisiti piatti tipici piacentini, preparati rigorosamente da loro, accompagnati da un gustoso vino.

Avete più sete che fame? Allora è proprio il caso che andiate all’Enoteca Picchioni! Sita nel centro della città, questo storico locale vi delizierà con una grande scelta tra i più buoni vini locali e non solo, luogo perfetto per un aperitivo in compagnia.

Tutto questo camminare non vi ha ancora stancato? Allora è il momento di svagarsi tra i pub e locali notturni della città

  • Caffè Baciccia
  • Irish Pub
  • Nessie Pub
  • Discoteca L’Altro Village
  • Discoteca Caprice

 

Ora vi siete proprio meritati una bella dormita!

Vi posso consigliare l’Idea Hotel: hotel a tre stelle con una valutazione molto alta su TripAdvisor  (confermo!!!).

Mentre per chi desiderasse soggiornare in un B&B consiglio il “Mulino degli Orti”: b&b con un punteggio di 8.3, recensione ottime, situato in zona semicentro, molto accogliente e il personale è molto simpatico e gentile.

 

FUORI PORTA

Piacenza è una bellissima città, ma la provincia forse è ancora meglio! “Fuori porta” il territorio piacentino si schiude allo sguardo offrendo un paesaggio variegato in un alternarsi di pianura, collina e montagna. Dalla Val Tidone, alla verdeggiante Val Trebbia, dalla Val Nure , alla Val d’Arda che si apre con tracce ben conservate del mare preistorico che un tempo in parte la ricopriva. Senza dimenticare il Po e la Bassa Piacentina, una terra dominata dai ritmi di piena e di secca del Grande Fiume. Natura, città d’arte (Bobbio, Castell’Arquato, Grazzano Visconti e Vigoleno), castelli, sport e sapori. C’è proprio tutto per vivere un soggiorno a Piacenza.

CASTELLI

  • Rivalta, Comune di Gazzola

Il Castello di Rivalta è una sontuosa residenza signorile, circondata dal magnifico parco, e annovera tra gli ospiti abituali i componenti della famiglia reale d’Inghilterra e si preannuncia con il profilo inconfondibile ed unico di uno svettante “torresino”.

Ancora vi abitano i Conti Zanardi Landi.

Interamente arredato, ospita il nuovo Museo del Costume Militare.

Il Castello di Rivalta offre, nel borgo, anche 12 stanze di lusso per l’ospitalità alberghiera.

Sono visitabili cortile, il salone d’onore, la sala da pranzo, la cucina del rame, le cantine, le prigioni, le camere da letto, la torre, la sala delle armi dedicata alla Battaglia di Lepanto, la galleria, la sala del biliardo, il Museo del Costume Militare, il Museo dell’Arte Sacra.

Il Castello di Rivalta è anche l’ambientazione perfetta per banchetti e cerimonie, in un’atmosfera raffinata ed affascinante, con i suoi tre saloni che possono accogliere fino a 250 ospiti.

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  • Rocca Viscontea di Castell’Arquato, comune di Castell’Arquato

La Rocca Viscontea di Castell’Arquato ancora oggi domina, con le sue torri, il borgo e la Val d’Arda. L’edificio comprende due parti collegate tra loro. Sovrasta l’intero complesso il mastio, un tempo isolato, e perno della difesa urbana e del sistema di sorveglianza dell’intera vallata.

Eretta per volontà di Luchino Visconti tra il 1342 e il 1349, la Rocca passa nel 1404 agli Scotti, poi a Filippo Visconti. Nel 1466 entra nel patrimonio degli Sforza che la tengono sino al 1707, anno nel quale viene inglobata nel Ducato di Parma e Piacenza.

  • Mastio e Borgo di Vigoleno, comune di Vernasca

Il Borgo di Vigoleno si impone per l’integrità del sistema difensivo, esempio perfetto della logica abitativa del medioevo.
Imponenti le mura merlate, percorse in parte da un panoramico camminamento di ronda: spicca la mole del mastio con quattro piani di visita. In piazza potete ammirare la fontana cinquecentesca e nel borgo la chiesa romanica di San Giorgio.

Il Borgo di Vigoleno si caratterizza per l’eleganza delle sue forme. Certificato fra i Borghi piu Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, Vigoleno, costituisce un esempio perfetto della logica abitativa del medioevo.
Dalla piazza principale, dove si trova la fontana cinquecentesca, andando verso est si raggiunge la chiesa romanica di San Giorgio, della seconda meta del XII secolo.

  • Grazzano Visconti, comune di Vigolzone

Fu costruito nel 1395, forse su una struttura preesistente, da Giovanni Anguissola per risiedervi con la moglie Beatrice Visconti, sorella di Gian Galeazzo Visconti. Rimane proprietà della famiglia Anguissola fino al 1870 quando il conte Filippo muore senza lasciare eredi e il castello passa alla moglie Fanny nata Visconti di Modrone, che ne sono gli attuali proprietari.

Nei primi anni del Novecento Giuseppe Visconti di Modrone curò il restauro e ampliò gli annessi del castello costruendo ex novo un piccolo villaggio in stile neo-medievale progettato dall’architetto Alfredo Campanini.

grazzano visconti
Borgo di Grazzano Visconti
  • Castello Malaspina dal Verme di Bobbio, comune di Bobbio

Il Castello Malaspina Dal Verme di Bobbio è una struttura fortificata costituita da più corpi di fabbrica racchiusi entro la cinta muraria interna in pietra. Al fortilizio si accede da due ingressi, entrambi posti a nord.

Dall’atrio di ingresso si accede alla “Sala delle Marine” e ad un salone dotato di un grande camino in pietra sormontato dalle armi della famiglia Dal Verme.

Il Castello Malaspina dal Verme di Bobbio è un bene di proprietà dello Stato in gestione diretta alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Parma e Piacenza.

Nel 1360 Galeazzo Visconti dona il Castello Malaspina dal Verme alla nuora Isabella di Francia, sposa del figlio Gian Galeazzo. Si dovrà attendere il 1436 per assistere al passaggio del castello fra i beni dei conti Dal Verme.
L’assetto attuale del castello sembrerebbe potersi ricondurre alla volontà di un suo discendente, Pietro Dal Verme, che intervenne alla metà del XV secolo.
La trasformazione dell’antico, austero maniero in elegante dimora, che le fonti datano al 1545, si deve allo stesso Gian Maria Dal Verme.

 

Un’altra caratteristica del paese di Bobbio è il Ponte Vecchio o Ponte gobbo o meglio “Ponte del Diavolo”. Di età romanica, il ponte è lungo 280 metri con 11 archi, tutti completamente irregolari. E’ questa la sua caratteristica che lo rende unico nel suo genere, oltre che inquietante proprio per questo aspetto così strano. La sua origine deriva da una leggenda abbastanza famosa. Pare che San Colombano, ansioso di giungere a Bobbio per iniziare l’opera di evangelizzazione, si trovò di fronte al Diavolo in persona che gli avrebbe promesso di costruire un ponte in una sola notte in cambio della prima anima che lo avrebbe oltrepassato la mattina dopo. San Colombano accettò e il Diavolo mantenne la promessa costruendo il ponte, irregolare per via della diversa altezza dei demoni che tenevano le arcate in fare di costruzione. Peccato che il primo essere che passò fu un cane (poverino!). Si dice che nella cripta della Chiesa di San Colombano ci siano ancora le orme dello stesso sventurato animale.

ponte gobbo
Ponte Gobbo
  • Rocca d’Olgisio, comune Pianello Val Tidone

Rocca d’Olgisio incastonata nella roccia, a presidio delle valli dei torrenti Tidone e Chiarone, è una delle più antiche e suggestive rocche piacentine, cinta da ben sei ordini di mura. Fondata attorno all’anno Mille. E’ possibile pernottare nella Fortezza.

Il mastio articolato in vari locali intercomunicanti che terminano con un piccolo loggiato cinquecentesco.

La Rocca d’Olgisio, fondata attorno all’anno Mille, nel 1378 dopo diverse appartenenze, viene consegnata da Gian Galeazzo Visconti a Jacopo Dal Verme, valoroso vincitore della battaglia di Alessandria contro Firenze.

La fortezza, nella quale possibile anche pernottare, ha una pianta irregolare alla quale si accede unicamente dal lato settentrionale attraverso una ripida quanto suggestiva strada.

Arroccata su un alto sperone di roccia la rocca d’Olgisio, luogo maestoso ed elegante, diviene location suggestiva per congressi e mostre.

La rocca è anche l’ambientazione ideale per banchetti nuziali e rinfreschi nella sala interna con 150 posti o nell’incantata cornice del parco.

rocca d'olgisio
La meravigliosa vista di Rocca d’Olgisio

 

STRADA DEI VINI E DEI COLLI PIACENTINI

Piacenza e la sua provincia rappresentano un territorio autentico dove hanno vivace spazio i valori del quieto vivere e dello svago, allietati da una cucina semplice e saporosa e da vini di sicura e antica fama. La pianura e i più grandi centri urbani hanno conservato il proprio operoso panorama, mentre la collina e la montagna non hanno perso quegli aspetti naturali ed ambientali che fanno del piacentino una delle zone appenniniche più apprezzate e frequentate.
Non solo castelli o borghi medievali, non solo antichi monasteri e splendide abbazie e nemmeno un veloce assaggio di qualche prodotto ma un immergersi lento in tutto questo: una specialità assaporata lentamente con un bicchiere di vino locale dopo aver pieve romanica o una torre tardoromana, magari ricca di leggende e storie che si tramandano da anni e anni, insomma un insieme inscindibile di storia, territorio e tradizioni.
La Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli Piacentini vuole far conoscere la storia, le tradizioni, il territorio, i sapori genuini del territorio piacentino.

  • Cultura enogastronomica e colture agrarie

La cucina piacentina è strettamente connessa alla storia delle coltivazioni agrarie e degli allevamenti tipici del territorio. Ricette e piatti tradizionali fanno riferimento ai principali prodotti e animali che l’uomo ha nel tempo coltivato e allevato.

Il territorio piacentino annovera tre salumi tipici protetti con il marchio DOP, Coppa, Pancetta e Salame piacentini; due formaggi DOP, il Grana Padano e il Provolone Valpadana; ventuno tipologie di vini DOC. Nel 1987 Piacenza è stata insignita col titolo di Città Internazionale della Vite e del Vino. I suoli fertili e ben dotati di acque irrigue favoriscono inoltre la produzione di ortaggi e piante da frutto, tra cui la Cipolla gialla di Caorso, l’Aglio bianco di Monticelli d’Ongina, l’Asparago e le Ciliegie di Villanova d’Arda.

  • La viticoltura

Oggi la viticoltura piacentina copre all’incirca 6.000 ettari di territorio collinare. A tutt’oggi nel Piacentino sono coltivati venticinque vitigni tra quelli considerati “idonei alla coltura in Emilia-Romagna”, ai quali si possono aggiungere sparute superfici o addirittura reliquie di vecchi vitigni, oggi non più coltivati. Tra tutti questi, però, solo quattro sono i veri principi della viticoltura piacentina: Barbera e Croatina, ad uva rossa, Malvasia di Candia aromatica e Ortrugo, ad uva bianca.

Per quanto riguarda i vini DOP abbiamo due qualità: Il Gutturnio, di più lunga tradizione dell’Emilia-Romagna, la cui zona di produzione è completamente collinare e va dall’intero territorio comunale di Ziano P.no (mio paese di origine); e l’Ortrugo, È l’unico vino DOP in Italia che prende il nome dal vitigno e non da un luogo di produzione.

Piacenza non si fa mancare nemmeno i vini dei vini IGT, quali “Terre di Veleia”, “Val Tidone”, e “Emilia”.

  • Colline piacentine: Ziano Piacentino

Piacenza ha tante meravigliose colline, ma ora voglio parlarvi di una in particolare: Ziano Piacentino.

Adagiato su sette colli, dista solo un’ora e mezza da Milano, al confine con la Lombardia, Ziano ha una storia scritta che risale all’alto medioevo, ed una di reperti e giacimenti che si protende fino all’età della pietra.

ziano piacentino
Ziano Piacentino abbracciato dal verde delle sue colline

Il primo documento scritto che testimonia l’esistenza di Ziano risale al 1029: si tratta di un testamento conservato nella Biblioteca Vescovile di Bobbio, nel quale si attestava che il diacono Gherardo lasciava il “castrum de Zilianum” dotato di una cappella dedicata a San Paolo, al marchese Ugo e alla moglie Gisla.

“Zilianum” e le sue frazioni furono capisaldi strategici di grande importanza a difesa dei confini con Pavia; questi territori furono, infatti, abituali teatri di battaglia tra le milizie piacentine di fede guelfa e quelle di Pavia città ghibellina.

Tra il 1558 e il 1576 il castello fu di proprietà del conte Ascanio Sforza di Borgonovo, mentre i marchesi Zandemaria, che trasformarono il fortilizio in dimora signorile, acquistarono la proprietà nel 1691 dalla Camera Ducale Farnesiana. In seguito alla riorganizzazione amministrativa napoleonica, Vicobarone fu sede comunale fino al 1823, mentre dal 1823 fino al 1888 il capoluogo divenne Vicomarino. Il comune fu denominato “di Ziano” nel 1888 e “di Ziano Piacentino” nel 1928.

La popolazione viene definita “di carattere rustico, tendente al travaglio, incline all’interesse, non troppo industriosa”. La gente di Ziano è rimasta forse quella della relazione napoleonica: rustica, tendente al travaglio, incline all’interesse ma certamente industriosa, se è riuscita a trasformare quello che veniva definito un prodotto di poco valore, cioè l’uva, in un’attività non solo prestigiosa ma anche economicamente produttiva, che ha portato benessere e ricchezza a tutto il paese.

 

Soltanto da pochi anni Ziano ha scoperto le attività legate al turismo. Si tratta soprattutto di un turismo eno-gastronomico, cioè legato all’assaggio di prodotti tipici del luogo e alla visita delle aziende dal quale vengono prodotti. Ora, però, anche grazie alle numerose associazioni che operano sul territorio, si stanno rivalutando le bellezze storiche e ambientali delle nostre zone. Stupendi sono i castelli sparsi nei sette colli (Ziano e le frazioni Fornello, Seminò, Vicomarino, Vicobarone, Albareto, Montalbo).

Nella Chiesa di “S. Paolo Apostolo” di Ziano è inoltre possibile ammirare il fantastico capolavoro “L’ascensione”, opera del Maestro Ulisse Sartini. Recentemente a Vicobarone è stato inaugurato il museo dell’agricoltura, che ha già avuto numerosi visitatori. Per chi volesse trascorrere un periodo all’insegna del relax, queste colline sono la zona ideale e gli agriturismi immersi nel verde sono i ristori più adatti per assaporare al meglio le specialità locali.

Ascensione
“L’ascensione” Meraviglioso dipinto donato dal grande Ulisse Sartini al suo paese di nascita

Ma probabilmente l’attrattiva principale che offre il Comune di Ziano è la storica “Festa dell’uva”, che ha ampiamente oltrepassato le 50 edizioni e che grazie alla sfilata di carri allegorici legati al vino e al suo ciclo produttivo e agli stand adibiti all’assaggio di prodotti tipici della zona, ogni anno raccoglie uno strepitoso successo.

 

Vi state chiedendo perché, fra tutti i paesi piacentini, ho voluto terminare proprio con Ziano? Leopardi nell’Infinito scrisse “Sempre caro mi fu quest’ermo colle”, non conosco frase migliore per descrivere CASA MIA.